“Come emerso a chiare lettere dell’Assemblea Nazionale degli RLS della UIL e dalle relazioni del Segretario Generale Pierpaolo Bombardieri e della Segretaria Nazionale Ivana Veronese, la sicurezza sul lavoro è una questione culturale e di consapevolezza. Una consapevolezza che deve essere innanzitutto delle Aziende ma anche dei lavoratori.
Nello specifico di Poste Italiane, non ci stancheremo di diffondere a chiare lettere, su ogni luogo di lavoro, che senza i necessari dispositivi di protezione individuale non si deve accettare di espletare la mansione lavorativa, perché è in gioco la vita. In Poste Italiane, i nostri portalettere lavorano sulla strada a ritmi sempre più frenetici per la concorrenza sulla consegna dei pacchi data dai colossi come Amazon. Moltissimi portalettere sono peraltro precari e disposti a lavorare in qualunque condizione per una proroga contrattuale. Ma la vita vale più del profitto e deve radicarsi in ogni lavoratore la consapevolezza che, se non vi sono mezzi adeguati per uscire in strada, ci si mette a disposizione per lavorare internamente ma non si accetta di recapitare mettendosi a rischio.” Ha dichiarato Claudio Solfaroli Camillocci.

“Per il lavoro su strada sono irrinunciabili auto e moto perfettamente funzionanti e adeguatamente caricati e sono indispensabili scarpe adeguate, casco e i necessari kit antipioggia. Se, per qualunque motivo, vi sono dei ritardi, delle mancanze o delle incongruenze su anche solo uno di questi elementi, il portalettere devono rifiutare di uscire a recapitare senza timore di rivalse. La mediazione è importante per un sindacato ma sulla sicurezza non si possono accettare compromessi: è questo il passo culturale e di consapevolezza che ogni lavoratore deve fare e il sindacato deve essere il fondamentale fattore aggregante in questo senso.” ha aggiunto il Segretario Generale UILposte.

“Per i lavoratori a tempo determinato è tutto più difficile, perché la loro posizione debole blocca sul nascere l’affermazione di ogni rivendicazione, per timore di perdere la proroga del contratto. Il problema del precariato è fortemente connesso al tema sicurezza e su questo aspetto servono strumenti speciali di tutela che sappiano mettere al centro la persona e il lavoro stabile.
Lo stesso vale per gli appalti, dei quali le grandi aziende come Poste si servono per espletare alcuni servizi, come le pulizie e i trasporti. In questo contesto diventa fondamentale verificare la sicurezza e l’affidabilità delle aziende appaltatrici, nelle quali spesso siamo dovuti intervenire per condizioni di lavoro non idonee, che creano insicurezza e dumping dei diritti.

Come Uilposte riteniamo fondamentale che il sindacato lavori su questi aspetti attraverso la contrattazione e che il Governo intervenga con provvedimenti di portata generale” ha concluso il Segretario Generale UILposte