Con la firma del Ministro Giorgetti del Decreto adeguamento pensioni 2025 (inflazione 0,8%), i pensionati possono cominciare a capire quanto avranno di rivalutazione: non molto. Ad esempio una pensione lorda di 2500 euro quest’anno sarà rivalutata della mirabolante cifra di 19 euro. Anche sulle minime sembra andare ancor peggio di quanto avevamo stimato con il tasso di inflazione all’1%.
A dichiararlo Danilo Tomasini, Segretario generale Uil Pensionati Alto Adige.
“A pesare sulla perdita del potere d’acquisto non è tanto la rivalutazione di quest’anno (calcolata con il cosiddetto meccanismo più favorevole Prodi/Draghi quindi per scaglioni e non per importi complessivi come nei due anni precedenti), ma i tagli della rivalutazione subiti nell’ultimo decennio e in particolare nel 2023 e nel 2024. Una perdita permanente.
Le pensioni infatti vengono rivalutate sulla base dell’ammontare dell’importo dell’anno precedente. Se l’importo è basso perché è stata tagliata la rivalutazione, di conseguenza l’adeguamento sarà ancora minore.
In questi 2 anni le pensioni hanno perso il 16% del potere d’acquisto.
Dopo lo sciopero generale del 29 novembre a cui hanno partecipato anche molti pensionati chiediamo al Governo di invertire questa tendenza prima di tutto attraverso un taglio significativo delle tasse anche per i pensionati a partire da questa manovra di bilancio: i pensionati italiani pagano più del doppio delle tasse dei loro colleghi europei, una media del 22% contro il 10% della media Ocse.
Bisogna mettere fine a questa ingiustizia. Le risorse economiche ci sono basta volerle andare a prendere, leggi evasione fiscale e tassazione degli extraprofitti.
La massiccia adesione allo sciopero generale dei pensionati a fianco delle categorie attive deve consentire di riaprire un confronto serio anche su questa questione.
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Tabella della rivalutazione delle pensioni